Logout by Carlo Cuppini

Logout by Carlo Cuppini

autore:Carlo Cuppini [Cuppini, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marcos y Marcos
pubblicato: 2024-04-08T22:00:00+00:00


Ciao, Ya!

Sono fuori e stasera non torno a casa. Le cose hanno preso una certa piega… adesso non ti posso spiegare. So che sei preoccupata, ma sto bene, devi fidarti di me. I miei saranno nel panico e avranno già chiamato la polizia. Tu non devi dire niente a nessuno, soprattutto a tuo padre. Mi raccomando! Presto capirai tutto. Appena possibile ti scrivo o ti chiamo.

Baci-baciots.

Capitolo 21

COSA SIGNIFICA UCCIDERE

Un grido acuto lacerò l’aria. Luca si svegliò di soprassalto e rimase in ascolto allarmato. Gli era sembrato il verso di un uccello, uno piuttosto grosso.

Si alzò e nella penombra vide che il letto di Adrika era vuoto. Andò alla finestra e aprì le persiane. La luce del giorno lo investì in pieno costringendolo a chiudere gli occhi.

«Alla buon’ora!» gridò Adrika dal cortile. «Cate mi ha detto di lasciarti dormire, ma non pensavo che ti saresti svegliato a mezzogiorno!»

Riaprì lentamente le palpebre. Il sole era già alto, l’aria calda era pervasa di ronzii e di odori.

«Ti sei ripreso?»

«Uhm…» biascicò Luca.

«Come dici?!»

«Mi sento molto meglio!»

«Bene! Allora…»

Si udì un altro grido e un grosso rapace piombò addosso a Adrika. Il ragazzo lo allontanò schiaffeggiando l’aria.

«Cattivo, Lord Byron!» esclamò. «Torna su!»

L’uccello si sollevò con due colpi d’ala.

Adrika restò immobile per qualche istante tenendolo d’occhio, poi gridò: «Adesso!» E lanciò in alto il piccolo grumo scuro che teneva in mano. Il rapace si gettò in picchiata, afferrò il pezzo di carne e invertì la rotta, riconquistando subito una buona altezza.

«Adesso tocca a Mary Shelley».

Adrika fece un lungo fischio e una cornacchia che stava beccando il terreno vicino alla staccionata gli si avvicinò saltellando. Lui prese qualcosa da una tasca e stese il braccio davanti a sé.

«Per te un bel vermicello».

L’uccello si sollevò da terra con un chiassoso frullare d’ali. Prese le misure, diede una beccata tra le dita di Adrika, poi si gettò all’indietro per andare a posarsi su un ramo.

«Brava, Mary Shelley! Sei più precisa di uno scassinatore».

Luca si allontanò dalla finestra sfregandosi gli occhi. La scena a cui aveva assistito era assurda, ma ormai non si stupiva più di niente. Andò in bagno, si buttò in faccia acqua fredda finché non si sentì del tutto sveglio e scese al piano di sotto. Sul tavolo trovò un vassoio con delle fette di ciambellone e una caraffa d’acqua. Afferrò due pezzi di dolce e uscì nell’aia.

Adrika non era più lì, e non c’era nemmeno traccia degli uccelli.

Girò intorno alla casa e trovò il compagno nell’orto, intento a raccogliere qualcosa dal terreno.

«Sono addomesticati?» gli domandò Luca masticando con gusto il ciambellone.

Adrika diede uno strattone alla carota che stava cavando dal suolo. «No, sono selvatici, ma hanno un rapporto speciale con Caterina. Capiscono quello che dice, rispondono ai suoi richiami. Sono molto intelligenti. Quando sono in buona danno retta anche a me».

«Dov’è Caterina?»

«È uscita presto. Un giro di ricognizione intorno alla TuttoPer. Per perfezionare il piano».

Luca notò l’assenza del fuoristrada.

«E come sarebbe questo piano?» chiese simulando noncuranza.

«Non ne ho idea! Adesso pensiamo alle carote».

Ne estrassero una dozzina, le portarono in cucina e le pulirono grattandole con la lama del coltello sotto il getto dell’acqua.



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